Un adattamento per il teatro tra divertimento e vertigini







Spettacolo visto al Teatro Sociale di Stradella, mercoledì 22 gennaio 2014
Portare sul palcoscenico la più nota opera di Lewis Carrol non è cosa da poco. Un libro così pieno di allusioni, giochi linguistici e raffinati nonsense, capace di sovvertire ogniregola logica, fisica e matematica, è materia da maneggiare con cura o si rischia di andare incontro a un fallimento.
Per gestirlo ci vuole quindi del coraggio perché Alice e il suo mondo esigono una narrazione rigogliosa, in grado di irradiare magia in ogni momento.
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia hanno saputo compiere l’impresa attingendo sia ad Alice nel paese delle meraviglie che ad Attraverso lo specchio e riscrivendo il testo per adattarlo a un’ardita formula che mischia l’arte teatrale con le variopinte suggestioni dei cartoni animati.
I protagonisti si muovono così in un mondo incantato fatto di acquarelli digitalizzati e proiettati sullo sfondo, uno stratagemma che lascia a bocca aperta e che trascina il pubblico in una dimensione dove tutto è possibile.
Elena Russo Arman è un’Alice in scarpe da tennis curiosa e sbarazzina affiancata da una moltitudine di strane figure tutte interpretate dai versatili Ferdinando Bruni, Ida Marinelli e Matteo De Mojana.
Il Pantheon di Carrol prende vita in un panorama onirico, si trasforma in continuazione, si fa musica, risata, arte.
Uno spettacolo pieno di humor e fantasia che solo in alcuni momenti allenta il ritmo accusando un po’ la stanchezza. Ma è un peccato di poca conto che si perde in un impeccabile paese di meraviglie.
Voto: 7,5
Positivo: colorato, fantasioso, divertente. Una meraviglia!
Negativo: nonsense e giochi linguistici non passano completamente indenni dalla carta al palco
Marco Ragni
23 gennaio 2014