La mano dell’uomo da una parte, quella della natura dall’altra. È un impatto visivo che non lascia indifferenti quello che ci accoglie quando arriviamo alla Sacra di San Michele, maestoso complesso religioso che si erge sul monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, e più precisamente a nel comune di Sant’Ambrogio di Torino.
È una meta affrontabile con ottiche diverse. Ce chi vi si reca per fede, in pellegrinaggio, e c’è chi invece si limita a visitarla per ammirarne l’indiscussa bellezza: non a caso stiamo parlando di uno dei monumenti più simbolici del Piemonte, luogo con oltre mille anni di storia alle spalle. Comunque la si veda c’è qualcosa di spirituale e di mistico nell’imponente figura della Sacra, che dalla sua alta posizione osserva da secoli, in silenzio, quella zona che porta verso la vicina Francia.
Strettamente connesso a Mont saint Michel, in Normandia, e al Santuario pugliese di San Michele a Monte Sant’Angelo, con cui forma la cosiddetta Linea Sacra dedicata all’Arcangelo, il complesso è qualcosa che si siuta fuori dal tempo, richiamando antiche suggestioni come quelle raccontate da Umberto Eco ne Il Nome della Rosa. Un luogo di pace e di gran fascino che merita sicuramente una visita.
Marco Ragni
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